lunedì 6 maggio 2013

(Adnkronos Salute) : INTERVISTE AL DIRETTORE GENERALE INPS NORI /SEGRETARIO NAZIONALE SETTORE INPS FIMMG PETRONE


SANITA': VISITE FISCALI IN SOFFITTA, INPS NE TAGLIA 800 MILA = DIRETTORE GENERALE NORI, COSTRETTI DA SPENDING REVIEW Roma, 6 mag. (Adnkronos Salute) - La spending review manda in
soffitta le visite fiscali Inps. Almeno quelle d'ufficio disposte
dall'Istituto. Si passera' da oltre 900 mila controlli l'anno -
secondo i dati 2011 e 2012 forniti dall'Inps all'Adnkronos Salute - a
poco piu' di 100 mila, per la gioia, forse, di malati immaginari e professionisti dell'assenteismo. Una sforbiciata netta, oltre l'80%, figlia dei tagli che hanno colpito l'Istituto di previdenza: 500 milioni in meno sul budget di spesa. A fronte di circa 800 mila visite in meno, ad aumentare sara' probabilmente il numero dei controlli richiesti - e pagati - dai datori di lavoro. Negli ultimi due anni il numero complessivo di queste visite ha sfiorato la soglia di 300 mila. Una scelta "dolorosa ma ineludibile", quella presa dai vertici dell'Istituto di previdenza, che rischia pero' di aprire una voragine ben piu' ampia nei conti delle imprese, visto che l'aumento dell'1% delle assenze dal lavoro per malattia vale circa 1 miliardo. "Abbiamo deciso di ridurre il numero delle visite fiscali incrementandone pero' l'efficacia attraverso tecniche di data mining", spiega all'Adnkronos Salute il direttore generale dell'Inps, Mauro Nori. "Siamo stati costretti a farlo. Nessuna azienda potrebbe mantenere le stesse attivita' con un taglio del 40% delle spese, rispetto all'anno precedente. E' quello che e' capitato a noi con l'applicazione della spending review: un taglio di 500 milioni su un bilancio di 1,1 miliardi di euro al netto delle spese per il personale, che ha subito una riduzione di oltre 3.000 unita'". Prima di prendere la sofferta decisione di tagliare le visite fiscali d'ufficio, i dirigenti dell'Istituto hanno posato le forbici su qusi tutte le voci di spesa: "Abbiamo tagliato gli investimenti in tecnologia - spiega il direttore generale Nori - ridotto le spese per le manutenzioni edili, tagliato le spese bancarie, sforbiciato le spese postali per l'invio cartaceo delle informazioni ai pensionati. Alla fine non ci e' rimasto altro che tagliare le visite". Insomma, una medicina amara, con i suoi
effetti collaterali. Uno su tutti, il malcontento dei medici Inps,
convinti che questa misura non produrra' nessuna reale economia. Anzi.
"Il costo per l'indennita' di malattia per le casse pubbliche - spiega
il coordinatore nazionale del settore Fimmg Inps, Alfredo Petrone - e' di due miliardi l'anno. E ogni aumento dell'assenteismo tra lo 0,1% e lo 0,2% costa 100 milioni di euro in piu'. Questi numeri spiegano il rischio. Si tenga conto, ad esempio, che alcune categorie di lavoratori, come i braccianti agricoli, non hanno veri e propri datori di lavoro che possono disporre le visite. Questo significa rinunciare ai controlli. Inoltre - aggiunge - in un momento di crisi come questo, e' particolarmente ingiusto far gravare solo sulle aziende il peso dei controlli". Secondo i camici bianchi la decisione dell'Inps, presa per far fronte alla razionalizzazione della spesa richiesta dalla legge di stabilita', oltre a portare "al sostanziale licenziamento di circa 1000 medici in servizio da decenni", in poche settimane fara' registrare, sottolinea Petrone, "un importante aumento delle assenze per malattia e quindi una spesa ben superiore rispetto a quanto l'Istituto investe in un anno per le visite mediche di controllo d'ufficio". In effetti il rischio c'e'. Se vengono a mancare i controlli, i malati immaginari potrebbero aumentare. Il timore e' che l'occasione faccia l'uomo ladro. "Non abbiamo evidenze che possano giustificare uno scenario di questo tipo. Inoltre - sottolinea Nori - il nostro sistema di data mining per la gestione delle visite ci permette di monitorare quei casi per cosi dire 'sospetti'. In quel caso interveniamo. Oltre 100 mila visite fiscali d'ufficio verranno comunque eseguite. Saranno mirate. E poi confidiamo sulla correttezza dei medici di famiglia". Sulla questione, nelle ultime ore, e' intervenuta anche la Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici) che ha chiesto un incontro alla direzione generale dell'Inps, con la richiesta della "revoca immediata" del provvedimento

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